Nasco a Trieste il 30 giugno 1943 da padre napoletano di nobili
origini, con antenati franco-spagnoli, e da madre borghese triestina,
con una nonna di famiglia ticinese radicatasi a Trieste nell'Ottocento
ed una bisnonna credo slovena di origine ungherese, ma non si sa
bene, non ho più nessuno a cui chiedere. Un classico prodotto della
città, insomma.
L'ex rabbino capo di Trieste, 'alaw ha-shalom, la pace
sia con lui, sosteneva che con la testa che mi ritrovo non potevo
non essere ebreo. La cosa mi faceva e mi fa ancora piacere, lo considero
un complimento.
Sono palesemente di educazione absburgica e in giro per l'Italia
la cosa si nota (in Austria e Germania meno, ovviamente) ma la cosa
non mi tocca, semmai mi diverte. Di napoletano ho ereditato un minimo
di fantasia, un umorismo a volte caustico ed una vena scaramantica.
A Trieste frequento il liceo classico (un primo della classe che
passava i compiti, così mi ricordano) e mi iscrivo all'università
(mi laureerò in scienze politiche un bel po' di tempo dopo). Trovo
il primo impiego nel 1963, guarda caso in una compagnia di assicurazioni.
Nel 1968, mentre il mondo mi sta cambiando attorno, tanto per essere
originale mi sposo. Meno convenzionale il fatto che sei mesi dopo
parto con armi e bagagli, moglie inclusa, per un'esperienza di lavoro
di un paio d'anni a Bogotà.
Al rientro in Europa comincio un lungo cammino sui sentieri di quella
che oggi si chiama old economy ed allora era l'ala portante dell'industria
italiana. Cambio varie aziende e divento dirigente, poi direttore,
poi direttore generale, poi amministratore delegato in un percorso
di carriera in cui mi capita ogni tanto qualche cosa fuori linea,
come vivere per un anno a Mosca tra il 1990 e il 1991, proprio prima
del putsch, come rappresentante generale dell'Olivetti in quella
che era ancora l'Unione Sovietica.
Avendo operato di frequente all'estero ( ed essendo convinto che
per capirsi con la gente è importante parlare la loro lingua ) parlo,
leggo e scrivo tedesco, inglese, francese e spagnolo, di russo ne
mastico solo un po'.
A fine 1998, sazio di questa vita - le due figlie sono ormai laureate
- rientro a Trieste e decido di dedicare il mio tempo alla scrittura.
I risultati li vedete alla pagina seguente.
Sono stato donatore di sangue per 40 anni.
Ah, già, dimenticavo. Non interesserà a nessuno, ma sono un vecchio
liberale, di quelli del lib-lab, per capirci, rigidamente laico
ed agnostico - mia nonna avrebbe detto un miscredente - e non riesco
più a riconoscermi in una parte politica. In fondo mi sta benissimo
così, non ho istinto gregario.
Cosa voglio fare da grande? Ma non ti basta quello che hai già combinato,
direte voi.
No, non mi basta, c'è ancora il mondo là fuori che mi aspetta.
Voglio un pezzo di vita nuovo - chi mi conosce sa cosa voglio dire
- e voglio lasciare almeno un segno sulla lavagna della vita. Non
so se ci riuscirò, ma che ci proverò è certo.
|
|